Avete presente quella sensazione che un po’ tutti abbiamo provato il giorno prima di un grande evento? Prima dell’esame di maturità, oppure del proprio matrimonio o prima di poter riabbracciare qualcuno che non si vedeva da tanto tempo.
È una specie di irrequietudine che rende agitati e iperattivi. Si girovaga a destra e sinistra cercando di mettere a punto gli ultimi dettagli senza concludere nulla di concreto. Frullano in testa mille pensieri e si inizia a sognare ad occhi aperti come sarà il momento tanto atteso proiettandosi già all’indomani.
È così che mi sento, a meno di 24h dalla partenza per New York. Sembra ieri di aver deciso di intraprendere questa avventura, iniziata a gennaio con l’organizzazione di ogni singolo particolare, dal viaggio alla programmazione degli allenamenti. Dopo 10 anni tornerò nella città che non dorme mai con lo stesso spirito con cui si tornerebbe a trovare un’amica lontana che non si vede da tempo, senza perdere di vista il motivo che mi ha condotto nuovamente da lei: correre la maratona più famosa al mondo.
Sono stati mesi di attesa, che a volte è volata e a volte è sembrata interminabile, come queste ultime settimane. Ho voglia di prendere quell’aereo che mi porterà dall’altra parte del mondo, di svegliarmi all’alba di domenica 4 novembre e di attendere per ore la partenza della mia quinta 42k circondata da migliaia e migliaia di persone provenienti da tutto il mondo.
L’attesa aumenta il desiderio ed io desidero con tutta me stessa correre ma soprattutto provare sulla mia pelle tutte quelle emozioni che mi sono state descritte e trasmesse da chi l’ha vissuta prima di me. Vorrei che le lancette dell’orologio girassero veloci e mi portassero avanti nel tempo, catapultata in mezzo ai grattacieli immensi e strade kilometriche, dove chiunque si sentirebbe piccolo e indifeso, ma non io.
La maratona non è qualcosa che ti capita e che puoi improvvisare, è una tua scelta. 9 mesi fa ho scelto di voler correre la maratona di New York e da allora me ne sono presa cura, come una mamma avrebbe fatto con il figlio che porta in grembo. L’ho nutrita con i km corsi durante tutta la preparazione, ho letto libri e riviste specializzate per far tesoro del maggior numero di consigli e suggerimenti per il giorno della gara. La maratona non consiste solo nello sforzo fisico fine a sé stesso, è uno stato d’animo che ci travolge e ci cambia la vita. La mia preparazione è consistita in questo: arrivare pronta per farmi stravolgere ancora una volta la vita dalla maratona e per farmi emozionare dalla magia di correrla per le strade di New York!