Una domenica di prime volte.
La prima gara dell’anno. La mia prima corsa per le vie di Bergamo (fatta eccezione per l’Urban Night Trail). La prima mezza maratona chiusa in 1h 35minuti.
Ho un debole per Bergamo. Solo al sentirla nominare mi si illuminano gli occhi.
Mi piace la città, mi diverte il dialetto, adoro i bergamaschi.
Per inciso, non lascerei mai Milano per trasferirmi a Bergamo, ma la città che è stata eletta capitale della cultura 2023 esercita un certo fascino su di me.
Che fosse potenzialmente una buona giornata l’ho capito subito. Una specie di sesto senso. Ma dal poterlo essere in potenza ad esserlo nella realtà c’erano 21.195m da correre. Senza grandi aspettative, se non quella di concludere in un tempo inferiore a 1h 40minuti.
L’euforia generale del momento ha giocato a mio vantaggio. Mi son lasciata trasportare da tutte le vibrazioni positive che Bergamo mi stava dando. Via dopo via, falsopiano dopo falsopiano avanzavo a passi lunghi e ben distesi felice di essere dov’ero.
Correre senza sentirsi sulle spalle il peso del risultato alleggerisce. Correre senza l’ansia di arrivare cambia tutta la percezione dell’esperienza.
Posso dire di aver corso praticamente senza alcun pensiero in particolare. Mi son goduta il qui ed ora, il momento presente.
Carpe diem.
Non ero in trance agonistica, bensì partecipe di ogni momento.
Ho rivolto un sorriso a chi a bordo strada mi ha incitato, ho incrociato gli sguardi dei passanti, quasi come a cercarne qualcuno in particolare. Ho scambiato qualche battuta con il mio amico, il Motta, con cui ho corso dal chilometro 0 all’ultimo metro, fino a tagliare mano nella mano il traguardo.
Non c’è stato proprio niente che non abbia girato nel verso giusto.
Una di quelle giornate che partono bene, proseguono benissimo e finiscono incredibilmente ancora meglio.
Le curve, gli strappi in salita con i successivi tratti in discesa, i sanpietrini per le vie del centro, il doppio passaggio nella bellissima Accademia della Guardia di Finanza. Un percorso vario, movimentato, per nulla noioso né scontato, ma nemmeno facile da gestire. Non facile ma ovviamente nemmeno impossibile. Sicuramente un percorso che ti mette in gioco e che ti lancia una sfida. Una sfida che io ho deciso di accettare.
“Brava, sei tornata ad essere una runner”
Un messaggio breve ma diretto quello ricevuto dal mio coach a fine gara. Bastano poche parole per intenderci. Conoscersi da tanti anni significa anche questo.
Rotto il ghiaccio posso guardare avanti e proseguire.
Sono tornata, e son tornata per restare.