Avere una disciplina sportiva di riserva può considerarsi un piano B?
Ho iniziato a rifletterci post maratona, in queste due settimane di stop dalla corsa.
Un piccolo strappo al polpaccio mi ha messo in panchina. Ne ho “approfittato” per dedicarmi ad altro. Palestra, piscina, bici, da cui ho dovuto togliere un sottile strato di polvere visto l’inutilizzo degli ultimi mesi.
Volere qualcosa che non si può avere. È un atteggiamento che ricorre spesso nel corso della vita. Io volevo correre. Ma non potevo, almeno momentaneamente.
Non sentivo il desiderio di allacciarmi le scarpe da corsa da diverso tempo. Era stata una mia scelta. Ero semplicemente focalizzata su altro. Ma quando ho sentito nuovamente questa forte esigenza ho capito che non avrei più potuto farne a meno.
Ho capito che la corsa è il mio piano A.
Ho iniziato di nuovo a fare tutto in funzione della corsa: l’organizzazione della settimana, gli allenamenti, l’alimentazione. Tutto era in perfetto equilibrio. Poi una scossa di terremoto mi ha fatto tremare il terreno sotto ai piedi, facendomi vacillare.
Non è una bella sensazione, ma se ne possono trarre degli insegnamenti.
Sono solita pensare che tutto accada per una ragione.
Nel mio caso specifico, questo piccolo infortunio a 24h prima di un giorno per me molto importante probabilmente ha voluto ricordarmi che con la corsa, con la maratona in particolare, non si scherza.
Credo che non tutti i mali vengano per nuocere, perciò mi sono rimboccata le maniche e armata di pazienza mi sono dedicata ad altre attività per ingannare i giorni che mi separavano dalla ripresa.
Avere interesse verso altri sport mi ha aiutato. Avere un piano B è stato fondamentale.
Non significa essere pessimisti, ma previdenti.
Al pari di avere sempre a disposizione un backup aggiornato dell’iPhone. Sarà essenziale per recuperare tutta la nostra vita virtuale un domani quando cambieremo modello, ma potrebbe rivelarsi indispensabile anche in caso di furto, danneggiamento o qualsiasi altra “disgrazia” potrebbe accadere all’estensione di noi stessi.
Avere più di uno sport di backup mi ha consentito oltre che a restare in movimento, a non uscire di testa.
Ci sarà sempre uno sport preferito verso cui sentiremo di essere più predisposti. Non è detto che sarà lo stesso per sempre. Nel corso degli anni potrà cambiare così come cambieremo noi, per poi magari tornare nella nostra vita in un momento diverso.
Tutti gli altri sport, tutte le altre discipline, faranno da cornice a quello che eleggeremo come sport principe.
Siate curiosi, vivaci, non abbiate paura di mettervi in gioco e vedervi in vesti diverse. Reinventatevi. Ne trarrete solo enormi benefici.
Siamo in quel periodo dell’anno in cui si pensa ai nuovi propositi. Uno di questi potrebbe essere predisporre un piano B, da attuare in caso di necessità o semplicemente per movimentare la solita routine.
Il mio piano B si è concluso e con i risultati sperati. Ora posso tornare a concentrarmi e lavorare sul piano A. Ora posso tornare a correre!