Come si affronta il rientro dopo un viaggio durato 21 giorni? Come ci si sente a tornare in una grande città dopo aver vissuto per 21 giorni in piccoli paesi di montagna? Cosa si prova a doversi scontrare di nuovo con la realtà quotidiana?
Sto cercando di capirlo.
Per farlo scorro nella mente i ricordi che si affollano. Sono molti e tenerli in ordine è difficile, si mischiano tra di loro mentre qualcuno cerca di scivolare via. Allora riguardo le foto che mi aiutano a trattenerli perché non vadano persi.
È facile ricordare i gesti che hanno accompagnato nel quotidiano me e Mattia: la ricerca dell’hotel; il check al meteo sui diversi siti e app; la definizione del programma della giornata; il bucato fatto a mano nel lavandino del bagno, a volte privato a volte in comune nelle strutture dove abbiamo alloggiato; lo smontare, svuotare, riempire e rimontare nuovamente le borse sulle nostre bici. Attività che erano entrate automaticamente a far parte della nostra routine.
Dopo qualche giorno ci si abitua. Ci si abitua a pedalare su una bici pesante, carica dei bagagli contenenti tutto il necessario per qualsiasi evenienza: kit pioggia, kit freddo, kit forature, kit manutenzione bici.
Ci si abitua alla sveglia, alla fame che ti assale a colazione e non ti abbandona mai nel corso della giornata, a pedalare per tutto il giorno sapendo che il successivo avresti fatto lo stesso. Ci si abitua a dormire ogni notte in un posto diverso, su un letto diverso con un cuscino diverso. Ci si abitua a mangiare fuori casa, anche se da vegetariana non è sempre stato facile, anzi.
Forse non è nemmeno corretto parlare di abitudine. Forse sarebbe più corretto parlare di adattamento.
Lo fa il corpo, lo fa la mente. Ci si adatta.
C’è qualcosa a cui non mi sono adattata, ed è pedalare sotto la pioggia. Sono momenti che ho dovuto affrontare e superare, sia in discesa che in salita, in quota e a bassa quota, sempre con calma e sangue freddo.
Poi ci sono stati momenti in cui ho lasciato che le emozioni fluissero da sole, senza controllo, portandomi le lacrime agli occhi.
È successo una prima volta sul Passo del Giovo, quando la luce del mattino ha illuminato un immenso paesaggio che si è riflesso nei miei occhi. È ricapitato dopo qualche giorno sul Passo dello Stelvio, un vecchio amico che non mi stancherò mai di andare a trovare. Infine sul Col de l’Iseran, con i colori del tramonto che hanno dipinto l’orizzonte e il ricordo di mio nonno che si è insinuato nei miei pensieri.
Ho pianto di gioia e ho pianto per dispiacere, seduta su un marciapiede di Nizza, di fronte a un hotel in cui mai avrei pensato di alloggiare. Ma è successo. È successo che sia stata morsa da un cane durante la diciannovesima tappa, la penultima del tour.
Come una promozione sul lavoro che non arriva. Una persona che non ricambia i tuoi sentimenti. Un sogno che non si avvera. È la vita che non va secondo i piani.
Non possiamo controllare gli eventi, ma possiamo decidere come reagire. Possiamo scegliere la strada più facile e restare seduti su un marciapiede a piangerci addosso. Oppure possiamo decidere di asciugarci le lacrime con il dorso della mano e alzarci da terra per portare a termine un progetto in cui abbiamo riposto tutte le nostre forze ed energie.
La forza va cercata dentro di noi, ma a volte è importante saper accettare l’aiuto di chi ci tende la mano. Come Mattia ha fatto con me. Mi ha aiutato con la medicazione, mi ha fatto il bucato, ha cercato di distrarmi a cena con discorsi che non riguardassero l’accaduto. Mi ha imposto di non puntare nessuna sveglia per l’indomani, di riposare e una volta svegli avremmo deciso cosa fare.
La notte ha portato consiglio oltre che lucidità con cui ragionare. Nonostante la ferita e l’antibiotico mi sentivo bene, mi sentivo in grado di rimettermi in strada. E così è stato.
Mattia è stato il mio punto fermo durante tutto il tour, una persona su cui poter contare, un compagno di viaggio affidabile con cui ridere quando era il momento di ridere e restare seri quando ci sono state delle decisioni da prendere.
Per tante persone che ti deludono, con un po’ di fortuna, ne troverai altrettante che ti stupiranno.
Come mi ha stupito l’affetto di Francesco, il calore dei miei amici di Assault to freedom, la presenza di Davide e l’entusiasmo di Ivo. Sono stati in tanti ad accompagnarci sul nostro percorso, ognuno a modo suo.
Mi sono stupita di me stessa. Di come sia riuscita ad affrontare un’esperienza di tale portata in tutte le sue sfaccettature.
Non ho mai pensato di non farcela. Al contrario ho pensato a come potercela fare.
Non ho segreti né trucchi da svelare. Ho preso la versione più determinata di me e l’ho messa sopra la bici. L’ho vestita con capi che mi facessero sentire a mio agio, realizzati in Italia con la passione che ci contraddistingue come popolo. L’ho fatta pedalare seduta sulla stessa sella sui cui ho trascorso innumerevoli ore.
Sono una ciclista, non una supereroina. Sono una ragazza, non un’aliena. Sono Sara e questo è il mio racconto del viaggio che Mattia ed io abbiamo compiuto attraverso le Alpi, da Trieste a Ventimiglia.
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Grazie alle aziende e alle persone che hanno creduto nella realizzazione di questo progetto.
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ALPI TOUR ROAD BOOK
Le tappe giorno per giorno, salita dopo salita.
Km totali: 2650 (media giornaliera 126km)
Dislivello+ totale: 63500m (media giornaliera 3000m)
Day 1 – Trieste / Bovec
Day 2 – Bovec / Pontebba
Salite: Vršič Pass (Passo della Moistrocca), Passo del Predil, Sella Nevea, Sella Cereschiatis
Day 3 – Pontebba / Santo Stefano di Cadore
Salite: Passo del Cason di Lanza, Forcella Duron, Sella Monte Zoncolan, Cima Sappada
Day 4 – Santo Stefano di Cadore / Sottoguda
Salite: Costalta, Danta di Cadore, Passo Tre Croci, Passo Giau, Colle Santa Lucia
Day 5 – Sottoguda / Bressanone
Salite: Passo Fedaia, Pordoi, Falzarego, Valparola, Passo delle Erbe
Day 6 – Bressanone / Oetz
Salite: Passo del Giovo, Passo del Rombo
Day 7 – Oetz / Prato allo Stelvio
Salite: PillerHohe, Passo Resia
Day 8 – Prato allo Stelvio / Samedan
Salite: Passo dello Stelvio, Torri di Fraele, Passo del Foscagno (via Decauville), Passo Eira, Forcola di Livigno, Passo del Bernina
Day 9 – Samedan / Hospental
Salite: Albulapass, Rhine Gorges (panoramic strasse), Oberalppass
Day 10 – Hospental / Wilderswill
Salite: Sustenpass, Grosse Scheidegg
Day 11 – Wilderswill / Saint Maurice
Salite: Gurnigel Pass, Col de Mosses, Col de la Croix
Day 12 – Saint Maurice / Avier
Salite: La Rasse, Col Des Planches, Col Du Gd-St-Bernard
Day 13 – Arvier / Lanslebourg-Mont-Cenis
Salite: Colle San Carlo, Col du Petit St. Bernanrd, Col de l’Iseran
Day 14 – Lanslebourg-Mont-Cenis / Le Freney-d’Oisans
Salite: Sardières, Col du Télégraphe, Col du Galibier, Col de Lautaret (discesa)
Day 15 – Le Freney-d’Oisans / Saint-Bonnet-en-Champsaur
Salite: Col de Sarenne, Col d’Ornon, Col de Parquetotu
Day 16 – Saint-Bonnet-en-Champsau / Jausiers
Salite: Col de Moissière, Saint-Apollinaire, Col de Vars
Day 17 – Jausiers / Villeneuve-d’Entraunes
Salite: Cime de la Bonette, Col de la Couillole, Col de Valberg
Day 18 – Villeneuve-d’Entraunes / Annot
Salite: Col de la Cayolle, Col d’Allos, La Colle-Saint-Michel
Day 19 – Annot / Utelle “DOG STAGE”
Salite: Col de St Raphaël, Col d Vé Gautier (via Ascros), La Torre, Utelle (50%)
Day 20 – Nizza / Utelle + Utelle / Roquebillière
Salite: Utelle (50%)
Day 21 – Roquebillière / Ventimiglia FINAL STAGE
Salite: Col de la Porte, Baisse de la Cabanette, Col de la Madone