Sono un po’ stufa.
Stufa di dover ascoltare e leggere le parole di persone che si lamentano a titolo gratuito, senza poi muovere un dito se non per puntarlo contro gli altri ma mai su sé stessi. Di fronte a grandi e gravi emergenze tutti a sputare sentenze e lamentarsi per l’inadempienza delle istituzioni, ma nessuno disposto a mettersi una mano sul cuore e a farsi un’analisi di coscienza. Si aspetta e pretende che la soluzione arrivi dall’esterno o dall’alto, come nel caso della pioggia o forse di un inaspettato intervento divino. E se invece la soluzione fosse a portata di mano?
Che la situazione in Pianura Padana sia attualmente tragica non è un mistero, i dati parlano. Non tutti i dati parlano chiaro e non tutti danno informazioni attendibili e veritiere. I dati vanno saputi leggere e contestualizzati. Esprimere sconcerto attraverso la condivisione sui social network di quello che sta accadendo non rende delle persone attente e sensibili all’argomento. Non ai miei occhi se poi nella vita reale non si mettono in atto comportamenti concreti volti a cambiare la situazione attuale. È facile scuotere la testa e dire che l’azione del singolo non farà la differenza. È molto più faticoso decidere di rinunciare a delle abitudini consolidate che fanno parte della nostra routine quotidiana e in alcuni casi della “tradizione”.
Sappiamo tutti quali sono le principali cause del problema che oggi ci troviamo a dover gestire e con cui dobbiamo convivere, ma in quanti sono disposti a rinunciare alla macchina e spostarsi con un altro mezzo di trasporto? In quanti sono disposti a smettere di comprare e consumare prodotti di origine animale a favore di una dieta vegetale? In quanti acquistano solo frutta e verdura di stagione? In quanti regolano il riscaldamento e limitano i consumi di luce e gas?
Gli esperti sono arrivati a sconsigliare di svolgere attività fisica all’aperto per non esporsi a situazioni potenzialmente pericolose e dannose per la propria salute. La notizia mi ha riportato al 2020 quando, seppur in una situazione di emergenza e per motivi diversi, le autorità avevano prima vietato poi limitato la possibilità di fare attività fisica all’aperto. Oggi nessuno sta vietando di uscire a correre, ma lo si sconsiglia. A me questo fa rabbia. Fa rabbia vivere in un mondo che funziona al contrario, dove non si impara mai dai propri errori, ma ci si dimentica di tutto e di tutti pensando sempre e solo a sé stessi e ai propri interessi, per poi lamentarsi di tutto quel che non funziona.
A volte ho la sensazione di essere un salmone e nuotare in direzione contraria alla corrente nel tentativo di risalire il corso del fiume. Ci sono giornate in cui è veramente dura, ma cerco di resistere. Vivo a Milano e ci tengo a puntualizzare che amo vivere a Milano, nonostante in questi giorni venga dipinta come uno dei luoghi peggiori del mondo. Vivere a Milano è una scelta, non un obbligo: nessuno è prigioniero nel posto dove decide di vivere, per motivi di lavoro, affetto o altro. Nel momento in cui non si sta più bene ci si rimbocca le maniche per trovare il proprio posto nel mondo. Lamentarsi tutto il giorno tutti i giorni dove porterà?
Mi muovo in bicicletta il 90% del tempo, usando le ciclabili laddove presenti e cercando di ricavarmi uno spazio a bordo strada quando non c’è alternativa. Da vegetariana ho deciso di eliminare dalla mia alimentazione anche tutti i derivati di origine animale provando a seguire una dieta vegana quindi 100% vegetale. È un percorso iniziato a gennaio, in occasione del Veganuary a cui ho preso parte per la prima volta. Decidere di proseguire è un impegno che ho preso con me stessa, con gli animali e con l’ambiente. Non è facile, ma non è nemmeno impossibile.
Uso un depuratore dell’acqua per non comprare bottiglie di plastica e mi impegno a limitare il consumo di luce e gas ottimizzando i lavaggi in lavatrice e lavastoviglie e utilizzando lampadine a led. Potrei fare di più? Si può sempre fare di più e meglio, ma da qualche parte si deve pur partire. Al pari della preparazione di una gara procedo step by step. Cerco di fare la mia parte e di essere parte attiva del cambiamento che vorrei vedere nel mondo.
Non sono un’esaltata né una fanatica, cerco di essere una persona razionale che prende decisioni per il mio bene e per il bene delle persone con cui vivo e del mondo che mi ospita.
La sofferenza del pianeta è sotto gli occhi di tutti. È triste dover assistere a tutto questo ma credo sia ancora più triste assistere a tanta ipocrisia e menefreghismo da parte della maggior parte delle persone. Oggi viviamo le conseguenze delle nostre azioni. Bisognerebbe lamentarsi di meno, svuotare la bocca di inutili parole e iniziare a fare qualcosa di concreto in più.