Credo nelle coincidenze, in due o più fatti che si verificano in maniera casuale e simultanea. Definisco così il mio incontro con Davide. Era metà maggio, finalmente era terminato il lockdown nazionale e avevo potuto pedalare non solo sui rulli ma anche all’aria aperta finalmente. Ero reduce dalla mia prima vera caduta. Portavo ancora tutti i segni del mio primo impatto con l’asfalto: un gomito gonfio oltre che escoriato, ma soprattutto un dolore nella zona del bacino che mi faceva a stento camminare. Di correre non se ne parlava nemmeno. Riuscivo giusto a pedalare, non senza fastidi.
Fino a quel momento non mi aveva mai seguito nessun professionista in maniera continuativa. Mi era giusto capitato di fare qualche sporadico massaggio. Non saprei spiegare come mai tutta la costanza che ho nel seguire il programma di allenamenti non l’ho mai riversata sull’aspetto del trattamento fisioterapico. Probabilmente perché nessuno mi aveva mai spiegato quanto fosse importate. O meglio, non ne avevo sentito mai così tanto beneficio da costruire un percorso che avesse basi solide.
Chi è Davide?
Davide prima di essere un fisioterapista è a sua volta un ciclista. La sua passione per la bici ha radici lontanissime: è stato il suo primo mezzo di esplorazione che lo ha accompagnato nelle sue prime scorribande nelle campagne brianzole per poi vederlo partecipare negli ultimi anni a diversi trail in giro per l’Italia oltre che programmare lunghi e intensi viaggi in autonomia.
Nel 2004 si laurea in fisioterapia. Tuttavia il suo percorso di studi non si è mai interrotto, e con l’intento di cercare sempre di migliorarsi ha conseguito un Master in Terapia Manuale, specializzandosi nella cura degli arti inferiori e nel massaggio sportivo. È seguita tanta pratica sul campo con il fine di “rubare il lavoro” alle mani più esperte.
Con il passare del tempo, è stato semplice unire la passione per il suo lavoro con quella per lo sport. È stato un passo spontaneo. Nella fisioterapia come nella pratica sportiva la determinazione è fondamentale per il raggiungimento dell’obbiettivo.
Ha iniziato a frequentare e ad essere sempre più presente negli ambienti bazzicati da sportivi provenienti da varie discipline, sia di squadra che individuali. Ma con il tempo la sua naturale propensione per il ciclismo lo ha visto sempre più partecipe di quel mondo che da sempre lo ammaliava. Ha seguito per ben 2 anni il circuito mondiale endurance Bikingman oltre a essere parte attiva su diversi altri campi gara.
La Clinica del Ciclista
Contemporaneamente ha dato vita a un progetto di cui va molto fiero e al quale tiene moltissimo: La Clinica del Ciclista. Immaginatelo come una specie di “contenitore” all’interno del quale sono raggruppate varie figure di professionisti del settore ciclismo, che collaborano e si mettono al servizio di ogni tipologia di ciclista, indipendentemente dalla specialità, livello ed obbiettivo.
La Clinica del Ciclista vanta la collaborazione diretta con il Lucabike-lab, per citarne una. L’esperienza di Luca unita alla conoscenza di Davide permettono di avere una visione completa, a 360° sulla coppia ciclista/bici.
Un fisioterapista per amico
Posso dire di avere questa grande fortuna. Nel corso dei mesi Davide, oltre che essere diventato il mio fisioterapista, è diventato anche un amico e spalla su cui poter sempre contare. Non posso che essergli riconoscente per quello che ha fatto per me, ovvero rimettermi in piedi dopo quella prima caduta che rischiava di minare il rapporto con la bici. A lui son bastati pochi secondi e un paio di “mosse”, come le definisco io, per individuare l’origine del mio male e rimettermi completamente in sesto.
Una volta risolta quella problematica abbiamo schedulato check periodici, sulla base dei miei carichi di allenamento, con l’obiettivo di prevenire qualsiasi tipo di problematica.
Lo sportivo, in particolar modo il ciclista, a causa del grande ammontare di ore passate ad allenarsi in sella alla sua bici, ha bisogno di “manutenzione” costante per tutto l’arco della stagione. Al pari di un’automobile, che deve eseguire un tagliando di controllo ogni tot km. Farsi seguire regolarmente e non solo quando si verifica un problema diventa una vera e propria necessità.
I muscoli si affaticano e possono rimanere contratti, i tessuti connettivali possono irritarsi ed irrigidirsi a causa del freddo, dei carichi di lavoro, dei traumi e necessitare quindi di essere rilasciati. Una mano esterna e capace riesce spesso a rilevare cosa bisogna fare ancor prima che l’atleta se ne accorga accusando sintomi di dolore, rigidità o stanchezza. Della bici possiamo cambiare un pezzo quando è usurato, del nostro corpo no.
Sul mio lettino sono passati tanti sportivi, sia professionisti che amatoriali, ma anche tante persone “comuni” che avevano bisogno di trattamenti specifici per migliorare la propria quotidianità, a prescindere dalla pratica sportiva – e, in ogni seduta, il mio obiettivo è sempre stato, e tutt’ora è, far coesistere la componente umana e clinica di ogni paziente, perché ognuno di noi è molto di più di una tendinopatia o una lombalgia: ognuno di noi è unico e specifico. E averne la consapevolezza aiuta sempre a guarire prima!