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10km Stramagenta

02/02/2020. Giorno palindromo. Sia che lo si legga da destra a sinistra o da sinistra a destra non cambia. È perfettamente simmetrico. Erano moltissimi anni che non si presentava una combinazione numerica così unica. Casualità ha voluto che cadesse proprio nella domenica della mia prima 10km su strada.

Gli allenamenti che mi hanno condotto a questa prova sono andati piuttosto bene. Non ne ho toppato nemmeno uno in effetti. I tempi sugli 800m, 400m e sul fartlek sono sempre stati molto buoni, decisamente buoni. Le gambe giravano bene. Ho finalmente cominciato a sentirmi un po’ più “a mio agio” anche nei lavori fuori soglia.

L’unica mossa imprudente è stata decidere di donare il sangue a una sola settimana dalla gara. Ero consapevole che questo avrebbe potuto incidere sul risultato della mia performance per via della minor capacità di trasporto dell’ossigeno legato all’emoglobina dei globuli rossi. Ma dato che non sono un’atleta professionista e corro per passione, non ho voluto rinunciare al gesto che faccio ormai da 7 anni. Un gesto a cui non rinuncerei se non per buoni motivi, che non mi richiede alcuno sforzo ma che può acquisire grande valore per altri.

Inutile dire che ho accusato più stanchezza e affaticamento negli allenamenti successivi alla donazione. Ne ero perfettamente consapevole e il fatto non mi ha allarmato. Sapevo che era solo questione di tempo. Dovevo avere pazienza e aspettare che il mio corpo recuperasse al meglio la forma, continuando ad allenarmi come meglio potevo.

Ho chiesto qualche consiglio al coach sulla strategia da adottare, non avendo la minima idea del ritmo da tenere su una distanza del genere. La risposta che ho ottenuto è stata:

“…non ti voglio dare volontariamente un ritmo prestabilito perché l’obiettivo di queste gare, oltre che lo stimolo allenante che consegue, è che sia una maggior conoscenza di te stessa verso questo tipo di sforzo. So che è un obiettivo ambizioso, però credo che sia funzionale al miglioramento.”

Severo ma giusto. Come sempre. In realtà qualche indicazione di massima me l’ha data. I suoi consigli sono stati:

  • fare un bel riscaldamento di 15’ con qualche allungo finale
  • non partire troppo davanti con i primi perché avrei corso il rischio di partire troppo forte
  • se dopo i primi 2 km mi fossi accorta di stare correndo a un ritmo più forte di 4’15’’ /4’10” al km avrei dovuto “mollare” per 1/2 km

Ho cercato di memorizzare prima e mettere in pratica poi questi unici suggerimenti.

Ho fatto un buon riscaldamento, non con ottime sensazioni, ma la tensione pre gara può trarre in inganno a volte. A 5 minuti dalla partenza, prevista per le 9:30, mi sono posizionata circa a metà della griglia di partenza e ho atteso il via, senza patire nemmeno più il freddo, nonostante fossi in canotta e pantaloncini.

Fino a qui tutto bene. Non potevo essere perfetta e seguire tutte le indicazioni del coach in maniera esemplare. Così dopo essere partita ho corso il primo km alla bellezza di 4’13”. Decisamente troppo forte.

Ho cercato di rimodulare il ritmo sui km successivi, operazione abbastanza facile visto le numerose curve e i tratti di percorso parzialmente scivolosi che mi hanno fatto rallentare. Mi attendevano due giri da 5 km dello stesso tracciato. Non la mia migliore idea di percorso, ma ero pronta a questo e a vincere le insidie che la mente mi avrebbe potuto tendere.

Mi sono assestata intorno ai 4’20” al km fino a concludere il primo giro. Sarei stata molto felice se la mia gara fosse finita in quel momento. Ma dovevo proseguire, nonostante le forze stavano chiaramente calando. 6° 7° e 8° li ho corsi 10” più lenta, circa a 4’30”, per poi chiudere gli ultimi km tra i 4’20” e i 4’25”.

Tempo finale 44’58”. Ritmo medio 4’24” al km.

Un risultato non esaltante, ma nemmeno da buttar via. Concordo con il commento del mio coach:

“Si può fare meglio. Molto meglio.”

Sicuramente quello che ho cercato di fare è di ascoltare le sensazioni che ho provato mentre correvo, così diverse da quelle che sono abituata a sentire in maratona o in mezza maratona. Ho conosciuto una Sara diversa, che ha provato a fronteggiare un tipo di fatica a lei sconosciuto. Alla prima esperienza non si può pretendere di aver capito e imparato tutto. Sicuramente metto nel cassetto i risultati di questo test e rifletterò se ricimentarmi in una prova simile. Nel frattempo vado avanti con la mia preparazione. Ci sono ancora due cross che mi attendono e una mezza maratona che non vedo l’ora di correre, ma prima… un bel massaggio!

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Ridurre i consumi per risparmiare energia e correre più a lungo. Con le Glideride si può.
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